Mercoledì 6 febbraio 2019.
Questa mattina, ci alziamo con calma. Ieri è stata una lunga giornata.
Per prima cosa, andiamo a fare colazione alla soda accanto (soda = ristorantino costaricano). La sera prima abbiamo lasciato la macchina nel posteggio dall'altra parte della strada, il quale di giorno è un posteggio a pagamento per i visitatori del parco nazionale di Cahuita a pochi metri da li. Avendo dormito al Cabins Calipso non dovevamo pagare il posteggio per la giornata, ma il posteggiatore ci ha messo un po' per ricordarsi di noi. Ci ha chiesto cinque volte se eravamo noi i clienti del Calipso. Era molto simpatico, ma in evidente stato confusionario. Ogni volta dava la colpa al caldo.
Fin dall'inizio della giornata abbiamo notato la differenza culturale tra la costa pacifica e quella caraibica. Qui, su quella caraibica c'è una forte influenza Jamaicana. Non si parla più solo spagnolo, ma tutti qua parlano inglese. Anzi, alcuni proprio non parlano spagnolo. Ci spiegheranno poi che in questa zona ci sono molto immigrati Jamaicani, che anni fa sono venuti in Costa Rica a lavorare e poi sono rimasti.
I colori tipici della Jamaica sono ovunque e di tanto in tanto ci viene chiesto se vogliamo da fumare. L'ambiente è molto rilassato, quasi troppo.
Dopo colazione ci attiviamo. Come prima attività giornaliera, andiamo al Parque National de Cahuita poco distante. Il parco è lungo la costa e una parte del sentiero passa direttamente sulla spiaggia. L'entrata dei parchi nazionali è di solito abbastanza cara, abbiamo sempre pagato più di dieci dollari a testa. Invece qui l'entrata è a donazione volontaria.
Subito dopo l'entrata notiamo un gruppo di turisti intenti ad ammirare e fotografare qualcosa. Ci avviciniamo anche noi, ma non vediamo niente. Pensiamo che stiano fotografando una pianta o una foglia particolare. Quasi ce ne andiamo, ma all'ultimo lo vediamo: uno dei serpenti più pericolosi in Costa Rica. Se ne sta arrotolato a circa un metro di altezza su una pianta. È più piccolo di quanto ci aspettassimo, cosi arrotolato starebbe sul palmo di una mano. È tutto giallo, un giallo molto acceso. Nonostante tutta la gente intorno non si muove. Una guida turistica ci spiega che è mortale, ma fortunatamente non è aggressivo. Quindi per farsi mordere bisogna proprio cercarsela.
Facciamo qualche foto e ci mettiamo sul sentiero. Già dopo pochi metri veniamo accolti da un gruppo di orsetti lavatori per nulla intimoriti dai passanti. Ce ne stiamo a distanza, seppur molto carini, questi animali possono essere abbastanza aggressivi. Poco dopo, vediamo anche dei coati. Molto simili, più carini ma più schivi e meno aggressivi.
Il sentiero continua tra la giungla e una sottile striscia di spiaggia caraibica.
Giusto davanti a noi, appaiano un paio di scimmie urlatrici intente a mangiare dei fiori a testa in giù.
Ad un certo punto del sentiero, sulla sinistra sia ha la spiaggia e a destra si ha una laguna di acqua dolce che pullola di vita. In pochi metri vediamo diversi tipi di lucertole, tra le quali anche una che corre sull'acqua e una con uno spuntone dietro la testa, e dei granchi.
Arriviamo in fondo al sentiero, alla punta della costa. La spiaggia diventa il sentiero stesso. In quel punto, la giungla termina direttamente nel mare. Da li si può scegliere se tornare indietro dalla stessa via o ritornare facendo il giro nella giungla. Ci consigliano di tornare indietro dallo stesso sentiero, dato che è più bello e sta per fare sera, quindi c'è più probabilità di vedere animali.
Così facciamo e torniamo indietro.
Vediamo alcuni bradipi, tra cui uno che era appena sceso dall'albero per la defecata settimanale. Stava tornando su, in tutta calma. Durante la risalita si è sbilanciato e per poco non è caduto.
Ci fermiamo alla spiaggia principale del parco a fare il bagno nel mare. Il nostro primo bagno nel mare caraibico. Che emozione.
Ma il tempo passa, il parco sta per chiudere, dobbiamo andare.
All'uscita del parco, ci prendiamo un gelato e assistiamo ad un quasi scontro tra tre scimmie cappuccine ed un cane. Queste tre scimmie erano su un albero pieno di frutti intente a mangiare e a saltare a destra e a sinistra. Quando il cane si avvicina all'albero, le scimmie impazziscono ed iniziano a strillare e scuotere i rami. Il cane, dal canto suo, quasi non se ne accorge e continua a girare intorno all'albero. Le scimmie impazziscono sempre di più e diventano ancora più rumorose. Questa scena va avanti per una decina di minuti, fino quando il cane, probabilmente annoiato, se ne va.
Torniamo alla macchina e ci mettiamo in strada per Puerto Viejo. In neanche mezzora di strada arriviamo.
Qui l'influenza jamaicana è ancora più forte, forse accentuata dalla presenza di turisti. Vi sono molti negozi di souvenir, ristoranti e ostelli.
Noi ci fermiamo al Puerto Viejo Hotel, molto carino, molto vicino al centro, non troppo caro ma forse un po' troppo alternativo.
Poco dopo abbiamo appuntamento con Dani, un'amica di Luca anche lei in vacanza in Costa Rica. La conosciamo e adiamo ad esplorare il paesino insieme. Ne approfittiamo per comprare qualche souvenir.
Andiamo al ristorante Mopri, consigliato da José, un amico costaricano di Dani. José ci raggiunge per cena e ci spiega che quel ristorante è il migliore in zona per i piatti di pesce. Ci spiega anche molte altre cose sulla Costa Rica, come ad esempio il fatto che la coltivazione di banane, ananas e altri frutti da esportazione è fonte di problemi per la gente costaricana. Le grandi multinazionali pagano poco i produttori locali e usano molti prodotti chimici che in altri paesi non si possono usare. Per queste ragioni ci raccomanda, una volta rientrati a casa, di comparare solo prodotti certificati Fair Trade (commercio equo-sostenibile). Le sue parole ci convincono, non compreremo più prodotti extraeuropei che non siano certificati fair trade.
Dopo la cena molto interessante, torniamo in hotel e prima di andare a dormire c'è spazio per una sfida a ping-pong. Inspiegabilmente Olivia vince.
Domani esploreremo il parco nazionale di Puerto Viejo, Manzanillo.
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