Venerdì 8 febbraio 2019.
Sveglia alle 7:20. Giusto il tempo di fare colazione in terrazza e arriva Louis a prenderci. Louis sarà la nostra guida per tutta la giornata. Il programma oggi prevede cinque ore di rafting sul Rio Pacuare.
Ci caricano su un pulmino dove conosciamo anche Don Mario, l'autista. Andiamo ad un'ostello vicino a caricare Felipe e Camilla, due giovani brasiliani con i quali condivideremo il gommone.
Lungo il tragitto facciamo conoscenza e Louis ci spiega un po' cosa ci aspetta. Ad un certo punto, Don Mario ferma il pulmino ci dice di scendere. C'era un bradipo appollaiato su un albero proprio sopra la strada.
Dopo non molto arriviamo al punto di partenza. Ci danno l'attrezzatura, mettiamo il gommone in acqua e siamo pronti. Una breve introduzione e partiamo.
Per la prima volta in vita nostra facciamo rafting, non abbiamo bene in chiaro cosa ci aspetta. Fortunatamente le prime rapide sono tranquille, ottimo per capire un po' come funziona. Dopo poco, al termine di una serie di rapide insignificanti ci incagliamo di colpo su una roccia. Dalla botta Mirco cade in acqua. Proprio nel punto dove è caduto l'acqua era un po' più profonda, quindi nella caduta non ha sbattuto contro le rocce. Lo ritiriamo sul gommone e continuiamo.
Il paesaggio è unico, il fiume si snoda attraverso la giungla. Per diverso tempo non abbiamo visto segni di civilizzazione. Eravamo tutto il tempo in mezzo alla giungla. Siamo passati anche attraverso un paio di gole. Inoltre, Louis si è rivelato un'ottima guida e un ottimo leader, grazie a lui ci siamo divertiti ancora di più.
A circa metà, Louis ha avuto la splendida idea di farci ribaltare. Così, tutti in acqua.
Alla fine della giornata, dopo cinque divertenti ore tra le rapide ci hanno portato a mangiare. Anche quello era ottimo. Poi tutti nel pulmino e si torna al punto di partenza. Rifacciamo la stessa strada che avevamo fatto la sera prima, ovvero 5o chilometri di curve. Siamo già passati due volte da qui, per fortuna che non guidiamo noi questa volta.
Ritorniamo all'ostello, era già quasi sera e non sapevamo ancora cosa fare. Dopo una lunga riflessione sul da farsi, alle 19:30 decidiamo di metterci in marcia per andare a La Fortuna.
Abbiamo ancora le scarpe bagnate dal rafting, per asciugarle le leghiamo sul tetto della macchina. Nonostante i 200 chilometri di strada, non si asciugheranno per via della forte umidità.
Lungo la strada rischiamo la vita. Questa è la volta dove siamo andati seriamente molto vicini a farci male per davvero.
Luca stava guidando e Olivia occupava il posto di passeggero. Mirco e Dani erano dietro e stavano dormendo. Eravamo su una strada principale, asfaltata e abbastanza scorrevole. Si circolava a circa 80 km/h. Non c'erano molte macchine in giro, anzi eravamo praticamente sempre da soli. La strada era buia. Ad un certo punto spunta una luce rossa a circa cinque metri di altezza in mezzo alla strada. La luce lampeggia. Luca, incuriosito, rallenta.
Ci avviciniamo. Non capiamo bene cosa sia. Una decorazione? Un semaforo? Fino ad allora gli unici semafori che avevamo visto erano solo nei centri delle città. Non poteva essere un semaforo in mezzo alla giungla.
Oltre alla luce non c'è niente. Il nulla. Non ci sono cartelli, non ci sono altre auto, non ci sono case. Siamo in mezzo alla giungla nel buio completo.
Avanziamo nel buio.
Due luci spuntano all'improvviso da sinistra: un camion a tutta velocità. Luca pianta una frenata di emergenza e si ferma giusto in tempo. Il camion ci taglia la strada senza nemmeno accorgersene. Quella luce rossa lampeggiante era un semaforo di un incrocio tra due strade principali. Se fossimo passati, quel camion ci avrebbe accartocciato.
Sconvolti, ma contenti di essere vivi, continuiamo.
Arriviamo a La Fortuna senza ulteriori imprevisti. Passiamo la notte in una stanza di lusso per i nostri standards. Bagno confortevole, letti comodi, aria condizionata, niente insetti e asciugamani puliti. In particolare, Dani è molto contenta per gli asciugamani.
Un'altra emozionante giornata è giunta al termine. Siamo ancora vivi e stiamo più o meno tutti bene.
Domani ci aspetta una meno estremo visita al Vulcano Arenal.
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