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Mirco

La Fortuna - Rincon de la Vieja - Bijagua

Aggiornamento: 28 mar 2019

Domenica 10 febbraio 2019.


Sveglia presto, si parte subito per Rincon de la Vieja. Anche se un po' più lunga, prendiamo la famosa scenic road che passa a sud del lago. 


Colazione con il vulcano Arenal
Colazione con vista sul vulcano Arenal

Iniziamo ottimamente con la colazione a bordo lago con vista sul vulcano Arenal. Facciamo giusto in tempo a mangiare che inizia a piovere. 


Continuiamo lungo la scenic road. È una strada sterrata con qualche buca qua e la, fin dall'inizio si capisce che sarà una bella strada. Siamo carichi, pronti a tutto. Fino al momento in cui... un fiume ci sbarra la strada. Finora non ci siamo mai fatti fermare da un fiume.


Scenic Road La Fortuna Costa Rica
Lo attraversiamo o non lo attraversiamo?

Scendiamo dalla macchina per analizzare la situazione. Il fiume è bello grosso, è largo una ventina di metri e sembra fin troppo profondo. Li accanto a noi ci sono anche tre uomini israeliani con esattamente la nostra stessa macchina. Sembrano usciti direttamente dal film Una notte da Leoni. Se passano loro, passiamo anche noi. Arriva anche una terza macchina, una coppia di francesi anche loro con la stessa Ssanyong. Che caso! Loro, evidentemente insicuri delle capacita dei nostri bolidi, non ci pensano su tanto e tornano indietro. Noi invece entriamo nel fiume e andiamo a constatare la situazione.


Esitazione prima di passare il fiume in macchina
Momenti di esitazione insieme ai tre israeliani

Il fiume era effettivamente troppo alto per il nostro 4x4 e in più, a peggiorare la situazione, il fondale era composto da grossi massi difficoltosi da passare anche se non fossero stati sott'acqua. Il trio di israeliani da film alla fine demorde e torna indietro.


Nel mentre, un grosso pick-up arriva dall'altra parte e sfida fiume. Loro riescono a passarlo ma fanno molta fatica. L'acqua è troppo alta. Anche noi torniamo indietro.


È la nostra prima sconfitta, in tutta la Costa Rica mai nessun fiume era riuscito ad imporsi fino ad allora.


Con la coda tra le gambe torniamo indietro. Circumnavighiamo il lago passando da nord invece che da sud. Tra tutto, perdiamo un'ora.


La nuova strada è asfaltata e anche molto bella. Si snoda tra la giungla e il lago offrendo ogni tanto splendidi punti di vista.


Nel frattempo la benzina stava finendo. Non siamo sicuri di riuscire a raggiungere la prossima pompa di benzina.


Al volante c'era Olivia, applica tutte le sue conoscenze di guida ecologica per consumare meno benzina possibile. Dopo diversi chilometri e tante curve, troviamo finalmente una stazione di rifornimento. Siamo salvi.


Continuiamo verso Rincon de la Vieja. Notiamo che sulle colline circostanti vi sono molte pale eoliche. In effetti, il vento in quel momento era forte.


Passiamo Liberia, dopo quasi 200 chilometri arriviamo al parco. Siamo in mezzo al nulla, non ci sono altre macchine in giro e non c'è molta civiltà.


Siamo quasi arrivati all'entrata principale quando un intenso fumo bianco appare davanti a noi. Cosa sarà? Una fumarola? Un incendio? Non sappiamo cosa aspettarci.


Ci avviciniamo, falso allarme, il fumo arriva da una canna fumaria di una struttura. Non sappiamo cosa sia, ma non è niente di adrenalinico.


Arriviamo all'entrata del parco. Il vento è fortissimo, il posteggio è pieno e lo stabile di accoglienza è particolarmente moderno. Non ci aspettavamo tanta civiltà in un posto così sperduto.


Vulcano Rincón de la Vieja
Paesaggio ai piedi del vulcano Rincón de la Vieja

Il paesaggio è completamente diverso da ciò che eravamo abituati a vedere in Costa Rica. È molto arido e ventoso. Sembra di essere in Sicilia in pieno agosto.


È già pomeriggio inoltrato, non abbiamo tempo per fare tutto. Ci consigliano di fare un sentiero circolare di due ore. Avviandoci ci rendiamo conto che le loro tempistiche sono molto generose. In effetti, stimano la durata del sentiero tenendo conto di tutte le pause per le foto.


Decidiamo di fare il sentiero il più velocemente possibile, cosicché poi possiamo arrivare alla sezione Santa Maria distante qualche chilometro dove ci sono le terme naturali prima che chiuda.


Lungo il sentiero ci sono fumarole, piccoli crateri attivi un po' ovunque, una cascata e addirittura vasche di fango bollente.

Normalmente si può salire fino in cima al cratere, ma in quel periodo era chiuso dato che si era riattivato recentemente. Questo posto ci piace un sacco! Ci sono addirittura delle scimmie.


Riusciamo a terminare il giro in un'ora invece che due. Prendiamo la macchina e voliamo all'altro parco. La strada è più lunga e dissestata del previsto, ma riusciamo comunque ad arrivare in tempo.


Abbiamo solo un'ora prima che chiudano il parco. Le terme naturali sono a tre chilometri a piedi attraverso la foresta. I responsabili del parco ci sconsigliano di andarci perché secondo loro ci vuole un'ora solo per arrivarci. Ma siamo venuti fino a qui solo per questo e abbiamo ormai capito come fanno le stime qua.


Terme naturali
Terme naturali - Santa Maria

Ci incamminiamo a passo sostenuto, qualche tratto lo facciamo a corsa. Arriviamo alle terme in 25 minuti. Ciò significa che abbiamo 10 minuti alle terme prima di dover tornare. È perfetto, anche perché sconsigliano di rimanerci più a lungo.


C'è un forte odore di zolfo nell'aria. La luce del sole che stava calando rende l'atmosfera magica. Li con noi c'era anche una coppia di sessantenni americani con la loro guida personale. Essendoci la guida, siamo rimasti un po' di più. L'importante era non essere gli ultimi a raggiungere l'uscita.


Un consiglio: evitate di aprire gli occhi sott'acqua, non è stata una grande idea. Il ph dell'acqua è molto alto, ciò significa che è molto acida. Di conseguenza gli occhi bruciano.


Uscendo dall'acqua calda, abbiamo capito perché sconsigliano di restarci troppo a lungo. Una sensazione di forte stanchezza ci ha colpiti appena usciti dalle terme. Sembrava quasi nausea.


Ma ormai siamo in ritardo, non c'è tempo per i cali di pressione. Ci mettiamo sulla via del ritorno a passo spedito, ogni tanto corricchiamo anche.


Alla fine riusciamo ad arrivare all'uscita del parco con qualche minuto di ritardo, ma nulla di grave, non eravamo gli ultimi. Veniamo assaliti da uno stormo di insetti che sembrano innocui moscerini, ma ben presto scopriamo che mordono e sono piuttosto cattivi.


Ci entrano anche in macchina, dobbiamo viaggiare con il baule aperto per farli uscire tutti.


Finita l'emergenza moscerini bastardi, ci dirigiamo con calma verso il parco nazional Volcan Tenorio.


Dopo un centinaio chilometri di strada arriviamo a Bijagua, nei pressi del parco nazionale, dove ci fermiamo al Cabinas Las Nubes gestito da Louis. È una serie di camere una attaccata all'altra, molto semplici ma è tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Louis ci mostra la cucina e l'area comunque con tanto di tavolo da biliardo. Ci spiega anche che possiamo prendere le banane, i cetrioli e l'ananas da lui coltivati. Ottimo, ci piace molto anche questo posto. L'unico dettaglio negativo, uno scarafaggio gigante spuntato dalle tubature. Ma vabbè, non è grave.


Nel frattempo Olivia ha un'emicrania. Verso le 8 va a dormire nella speranza che passi al più presto.


Andiamo quindi a cena senza Olivia. Louis ci aveva consigliato di andare alla soda (ristorantino locale) Poro Poro, ottimo consiglio. Mangiamo bene e paghiamo il giusto. Prendiamo qualcosa da portare a Olivia, sperando che stia abbastanza bene per mangiare.


Rientrati al Cabinas Las Nubes, sfida a biliardo tra Luca e Dani.

Olivia invece stava ancora male, anzi sempre peggio. Andiamo a dormire con la speranza che domani si svegli in forma.



 

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Qualche foto della giornata:


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