Sabato 26 gennaio 2019.
Sveglia presto. Colazione in spiaggia. Si parte.
Direzione? Verso nord, poi si vedrà.
Secondo la cartina cartacea che abbiamo, la strada lungo la costa si interromperà. Secondo Google Maps, quella strada si interrompe ma ricomincia poco dopo. Bo... strano... Decidiamo di andare a vedere, prendendo il rischio di allungare il tutto di un paio d'ore.
Dunque procediamo lungo la costa verso nord. La strada diventa presto stradina. Diventando sempre più piccola e meno battuta procediamo quasi a passo d'uomo. Fino ad un cancello. Sarà la fine della strada?
Il cancello è aperto, entriamo ma ci rendiamo subito conto che da lì non si arriva da nessuna parte. Facciamo inversione prima che ci sparino e torniamo indietro. Qualche decina di metri prima vi erano delle tracce di pneumatici nella sabbia che dalla stradina deviano verso la spiaggia. Decidiamo di scendere dalla macchina per vedere fin dove arrivano le tracce.
Le tracce si perdono a vista d'occhio lungo la spiaggia e mentre siamo lì, passa un quad. Poco dopo anche un pick up. È deciso, andiamo anche noi!
(attenzione: se mai passate da lì, sappiate che eventuali danni causati alla macchina durante la guida sulla spiaggia non sono coperti da nessuna assicurazione in Costa Rica, nemmeno dalle più complete)
Si va. Con il nostro SUV cittadino ci avventuriamo sulla spiaggia. Tutto dritto per diverse centinaia di metri. Ad un certo punto: giungla sulla destra, oceano sulla sinistra e davanti a noi solo scogli. Non c'era possibilità di passare sulla sabbia. La nostra Ssanyong doveva per davvero passare sugli scogli.
Per fortuna, tutto bene. Passati gli scogli, ancora qualche chilometro di sabbia fino all'inizio della strada dall'altra parte. Scopriremo poi che quella spiaggia, Playa Manzanillo, è l'unica spiaggia in Costa Rica dove è permesso circolare con veicoli a motore.
Finita qui? Non proprio. La prova più ardua per la nostra Sanyong arriva poco dopo. La strada passa attraverso un fiume largo 15/20 metri. Non avevamo mai attraversato un fiume in macchina prima di allora. Ce la faremo o rimarremo bloccati proprio la in mezzo?
Scendiamo dalla macchina e andiamo a controllare quanto è profondo. L'acqua arrivava circa appena sotto le ginocchia.
Dai, fattibile.
Nel mentre, un'altra auto sopraggiunge e passa senza troppe esitazioni. Sarà abituato.
È deciso, passiamo. Piazziamo la GOPRO sulla targa anteriore e andiamo. L'importante, ci han detto, è andare piano, cosicché non entri acqua nel motore.
Si parte, i dubbi sono molti. Approcciamo l'acqua cercando di passare nel punto più basso. Si va, siamo dentro.
Il nostro SUV cittadino ha passato la prova egregiamente. Ancora non lo sapevamo, ma ne avremmo passati molti altri di fiumi.
La strada è molto bella. Per godercela appieno, i passeggeri viaggiavano seduti fuori dai finestrini (ottima idea, da fare!). Attraversiamo un altro fiume, poi un altro, poi un altro ancora. Uno più divertente dell'altro.
Arriviamo a Playa Coyote, dove si stava svolgendo una festa paesana dedicata ai cavalli. Ci fermiamo a dare un'occhiata e a fare il bagno al volo nella spiaggia di fronte.
Continuiamo sulla strada e facciamo una pausa in un'altra spiaggietta dove, armati di esperienza, apriamo un cocco. Si rivelerà ottimo.
Arriviamo a Carrillo poco prima del tramonto, ci fermiamo su un'altura all'estremità della spiaggia. Per ammirare la vista sulla baia.
Ci rimettiamo in macchina e... non si accende. Niente. Nulla. Nessun segno di vita. Nemmeno la chiave funziona più. Ci rendiamo conto che dato che siamo riusciti ad entrare in macchina e che la chiave non funziona più, per tutto il tempo che siamo stati ad osservare la vista, per quanto bella che fosse, la macchina era aperta, con tutti i nostri averi al suo interno. È già fortemente sconsigliato lasciare qualsivoglia oggetto all'interno della macchina, in qualsiasi posto della Costa Rica, figuriamoci con tutto al suo interno e aperta. Ma vabbè, ci è andata bene, non ci hanno rubato niente. Ora il problema è un altro. Sta calando il sole e l'auto non si accende.
"Dev'essere la batteria", pensiamo. Apriamo dunque il vano motore e tiriamo un sospiro di sollievo. Per via delle vibrazioni causate da tutti quei chilometri percorsi sullo sterrato fino a quel momento, i supporti che fissano la batteria al telaio si sono svitati e di conseguenza i cavi collegati alla batteria si sono staccati. Bastava solo ricollegarli.
Sollevati, ci precipitiamo alla spiaggia poco più in là. Giusto giusto in tempo per salutare il sole. Splendido tramonto.
Ripartiamo e poco dopo arriviamo a Samara. Troviamo un'ostello in spiaggia, che poteva offrirci soltanto dei posti nelle tende. Tende da campeggio classiche, con materasso gonfiato ad aria. Perfetto. Per cena abbiamo raggiunto a piedi, tramite la spiaggia, il ristorante italiano Dolce Vita. Splendido posto, direttamente sul mare con ottimo cibo e camerieri italiani molto simpatici. Mentre attendavamo il cibo, sono arrivati due giocolieri che hanno fatto il loro spettacolo con il fuoco.
Rientriamo alla nostra tenda sulla spiaggia, domani si continua verso nord.
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