Lunedì 21 gennaio 2019.
Ci svegliamo nel nostro letto a cielo aperto con i rumori della natura e andiamo in spiaggia al volo per incominciare al meglio la giornata. A colazione parliamo un po' con la coppia di inglesi che ci consigliano cosa fare. Da Miguel Surf Camp prendiamo il taxi per attraversare El Cocal. Passiamo lo stretto che divide El Cocal da Quepos con il traghetto e camminiamo fino in centro a Quepos.
Arriviamo alla stazione dei bus, dove un piccione defeca a pochissimi centimetri da noi. Un segno del destino?
Prendiamo il primo bus per il parco nazionale Manuel Antonio. Essendo lunedì, il parco, come molti altri, è chiuso. Quindi optiamo per un giro nei dintorni con destinazione finale la spiaggia di Biesanz. Così, scendiamo dal bus in cima alla collina (quasi montagna) che divide Quepos da Manuel Antonio. Ci troviamo di fronte ad un piccolo negozio di alimentari e decidiamo dunque di comprarci il pranzo. Ci rendiamo presto conto che è un negozio pensato principalmente per i turisti. I prezzi sono altissimi.
Non abbiamo alternative. Alla fine compriamo pane, formaggio da spalmare e un pomodoro che poi si rivelerà molto gustoso.
Con il cibo nello zaino ci incamminiamo lungo la strada perpendicolare alla principale che porta fino giù alla spiaggia di Biesanz.
Fa caldo, è molto umido, il sole è forte. La strada è lunga, sale e scende, si snoda attraverso la giungla tra resort, ville di lusso e diversi edifici in costruzione. Troviamo uno squarcio nella giungla da dove si vede l'oceano e le spiagge del parco nazionale. Ci fermiamo a fare pranzo. Ci gustiamo il nostro pane, formaggio e pomodoro.
Continuiamo a camminare. Finalmente arriviamo in fondo alla strada da dove parte un sentiero nella giungla che porta alla spiaggia. Arriviamo alla spiaggia e la prima cosa che ci colpisce è la quantità di persone. In una piccola spiaggia in mezzo alla giungla c'erano addirittura dei lettini a noleggio. Come mettiamo piede in spiaggia ci fermano e cercano di convincerci a noleggiare delle maschere per snorkeling per solo 10 dollari. Che affare...
Ci troviamo un posticino un po' più in la. Lasciamo le nostre cose su uno scoglio in bella vista, cosicché tutti possano vederle e anche noi dall'acqua riusciamo a vederle. Diversi cartelli segnalano di fare attenzione ai furti.
Uscendo dal mare notiamo delle persone intente a fotografare un albero. Guardiamo meglio... un bradipo! Il nostro primo bradipo!
Al calar del sole ci rimettiamo in marcia, all'inizio del sentiero che riporta sulla strada scorgiamo delle scimmie. È la prima volta che vediamo delle scimmie Cappuccino (o white face) in Costa Rica. La prima, ma non l'ultima. Qualche metro più in la, Olivia scorge un'altro bradipo.
Continuiamo il sentiero con il naso all'insù e arriviamo sulla strada, dove altre scimmie stavano dando spettacolo.
Non avevamo più molto tempo, il sole stava scendendo e la strada del ritorno era ancora lunga. Decidiamo di prendere un taxi, che ci porta fino a Ronny's place, un ristorante piazzato in cima alla collina con una vista sul mare incredibile. Arriviamo giusto in tempo per lo spettacolare tramonto.
Ci fermiamo anche per cena. Nonostante fosse po' caro per i nostri standards, i piatti erano ottimi. Durante la cena un piccolo geco ha deciso di renderci visita arrivando fino a entrare in un piatto per leccare i resti. Il nostro primo incontro ravvicinato con un rettile.
Da notare, il pezzo di legno nella foto è uno classico stuzzicadenti di qualche centimetro.
Al momento del conto ci rendiamo conto che non abbiamo abbastanza soldi per pagare. Ci mancano 2'000 colones (circa 3 euro). Scopriamo che in Costa Rica i prezzi indicati sul menu non includono ne le tasse, ne il servizio. Spieghiamo la situazione alla cameriera che molto gentilmente ci lascia 4'000 colones per tornare a casa. Dovevamo ancora prendere un bus, un traghetto e un taxi.
Ci incamminiamo verso la strada principale, al buio. Spostarsi al buio è sconsigliato un po' ovunque in Costa Rica. Prendiamo il bus fino a Quepos, poi camminiamo fino al traghetto percorrendo le stradine che ci avevano sconsigliato di percorrere il giorno prima, ma non abbiamo molte alternative. Dall'altra parte, nel Cocal, conosciamo una ragazza che vive giusto accanto al Miguel Surf Camp. Condividiamo il taxi. Ci spiega che suo padre è in polizia e che nel Cocal c'è una legge non scritta che vieta di toccare i turisti. Chissà se era vero...
Finalmente arriviamo a "casa". Siamo al sicuro. Ci godiamo la doccia all'aperto illuminati da una luna gigante.
Domani ritorniamo a San José per incontraci con Luca, ma prima facciamo un paio di fermate.
Commenti, domande, dubbi? Faccelo sapere!
Andrai presto in Costa Rica e hai domande? Esprimile nei commenti o scrivi nel forum, ti aiuteremo con piacere!
Sei stato in Costa Rica e vuoi aggiungere qualcosa? Facci sapere!
Comments