Mercoledì 30 gennaio 2019.
Sveglia alle 6:00 per goderci la colazione con la vista sulla baia e sull'oceano. Ad aggiungersi allo già spettacolare contesto arriva anche uno stormo di Ara Scarlatta, i maestosi pappagalli rossi tipici del centro america. La caviglia di Luca non da segni di miglioramento, ma per oggi abbiamo le stampelle. In più, per farla muovere il meno possibile la immobilizziamo con il tape che già avevamo con noi.
Alle 7:15 entriamo nel Parco Nazionale Manuel Antonio e Luca è fortunato che gran parte dei sentieri del parco sono sopraelevati, dunque facili da percorre in stampelle. È l'unico parco in Costa Rica che abbiamo visitato che ha i sentieri artificiali. Appena entrati un cucciolo di capriolo ci accoglie e poco dopo scorgiamo dei granchi rossi. Alla fine del sentiero, arrivati sulla costa, un bradipo con il suo cucciolo ci attendeva.
Scendiamo in spiaggia. Sulla spiaggia da cartolina riusciamo ad avvicinarci ad un'iguana. Nel momento in cui ripartiamo per continuare il giro appare un branco di scimmie cappuccine, le quali sembrano intenzionalmente mettersi in mostra per i turisti. Oltre alle scimmie, appaiono anche degli orsetti lavatori. Loro, sono più concentrati sul rubare il cibo ai turisti piuttosto che mettersi in mostra. Si dice che possano diventare anche particolarmente aggressivi pur di ottenere da mangiare.
Spendiamo quasi un'ora ad osservare tutte queste scimmie che si mettono in mostra giocando e spulciandosi tra di loro. Alcune portano sulla loro schiena il proprio cucciolo.
Continuando il giro abbiamo la fortuna di vedere una coppia di tucani e qualche metro più in la un serpente di circa un metro e mezzo di colore verde foglia. Il suo colore era esattamente identico a quello delle foglie intorno a lui, se non fosse stato in movimento sarebbe stato impossibile vederlo. Il pericolo di questi serpenti sta proprio nel fatto che non li si vede fin quando non ci si mette la mano, il piede o la faccia sopra. Un'esercito di formiche ci sbarra la strada. Un'autostrada di migliaia di frenetiche formiche attraversa il sentiero. Trasportano pezzi di foglie appena tagliati nel formicaio, dove le faranno marcire cosicché il fungo del quale si nutrono possa svilupparsi. Le abbiamo incontrate in tutta la Costa Rica, sono sempre tantissime e non si fermano mai. Il loro formicaio sotterraneo può raggiungere le dimensioni di un campo da basket. Impressionante.
Incontriamo per caso Sarah, una ragazza svizzera che avevamo conosciuto una settimana prima. Ancora non lo sapevamo, ma la avremmo rincontrata per caso altre tre volte.
Sulla via del ritorno scorgiamo un aguti e delle scimmie urlatrici. Quest'ultime sono molto più pacate delle scimmie cappuccino e non si avvicinano mai all'uomo. Stanno spesso sugli alberi più in alto e sono difficili da vedere da vicino. Però le si sente urlare. Il loro urlo è molto potente, fa quasi paura.
Per finire, giusto davanti all'uscita vediamo qualche esemplare del terzo tipo di scimmie che popolano gli alberi del parco di Manuel Antonio. Sono le scimmie scoiattolo, molto più rare, piccole e carine degli altri due tipi di scimmie. Saltano da un ramo all'altro anche ad altezze vertiginose.
Usciamo dal parco e torniamo all'ostello da dove vediamo in lontananza un'altro stormo di ara, i grandi pappagalli rossi simbolo della Costa Rica.
Restituiamo a malincuore le stampelle e ci mettiamo in macchina in direzione Uvita.
Ci fermiamo a vedere uno dei soliti splendidi tramonti costaricani sulla spiaggia di Dominical.
Ci rimettiamo in strada ormai con il buio. Al volante c'era Olivia quando un ocelot (un mini giaguaro) salta in strada all'improvviso. Fortunatamente Olivia riesce a schivarlo e, allo stesso tempo, evita il frontale con le auto nella corsia opposta. Brava Oli!
Non mancherà poi di vantarsi delle sue gesta eroiche.
Dopo lo shock, cambiamo l'autista. Continuiamo lungo la costa verso sud e arriviamo a Uvita, dove ci fermiamo all'ostello Cascada Verde un po' fuori dal paesino. La coppia di tedeschi che lo gestiscono non si sono rivelati simpaticissimi. Condividiamo la stanza con un cinquantenne che per due giorni è stato nel letto con il suo computer (chissà che stava facendo!) e con Marion, una minuta ragazza francese. Ragazza molto coraggiosa, partita da sola per la Costa Rica senza sapere ne spagnolo ne inglese e con uno zaino più grande di lei. Condividiamo un piatto di pasta con lei e con decine chicharros, fastidiosissimi insetti giganti che seppur innocui svolazzano in giro a caso sbattendo contro qualsiasi cosa come muri, lampade o esseri umani. Insieme ai chicharros, quella sera abbiamo ricevuto visite da una cavalletta grande quanto la mano di un uomo adulto. Impressionante. Ad aggiungersi alla fauna dell'ostello c'erano anche un ragno simile ad una tarantola ma un po' più piccolo e diversi rospi belli grandi.
Prima di andare a dormire, Luca soffre togliendosi il tape dalla caviglia malandata che non da segni di miglioramento. Anzi, sembra peggiorare.
Domani ci aspettano un paio di cascate lì in zona.
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