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Mirco

Montezuma

Aggiornamento: 24 mar 2019

Mercoledì 13 febbraio 2019.


Al nostro risveglio, andiamo in uno dei baresi sul mare a fare colazione. Troviamo un posto direttamente sul mare, dove mangiamo bene, tanto e con una vista imbattibile. Anche se, forse era un po' troppo caro per una colazione.


Mentre mangiavamo, un meraviglioso scoiattolo appare sull'albero davanti a noi. Sembra volersi mettere in mostra con quella coda voluminosa. Dopo lo scoiattolo appare anche un volatile blu con il ciuffo. È una calocittaformosa. Ne avevamo già visti un paio al parco di Arenal. Ma questa volta lo vediamo molto meglio. Attirato dal cibo, si avvicina fino quasi un metro da noi.


Come inizio di giornata, non è male.


Dopo colazione ci incamminiamo lungo la costa in direzione Playa Grande. Questo tragitto lo avevamo già fatto circa 20 giorni prima. Ormai avevamo visto già tutto in Costa Rica e dato che il nostro viaggio stava per finire, abbiamo deciso di finire con il posto che ci era piaciuto di più.


Ed è stata un'ottima idea.

Centro di Conservazione e Salvaguardia di Tartarughe

Sulla prima spiaggia c'è un centro di conservazione e salvaguardia di tartarughe. La stagione di schiusa delle uova è ormai quasi finita, la probabilità di vederne nascere qualcuna è quasi nulla. Tuttavia, passiamo comunque a dare un'occhiata, non si sa mai.


Ci sono ancora due nidi. All'inizio della stagione, ce n'erano un centinaio. I responsabili del centro ci dicono che c'è la possibilità che stasera verso le quattro ne nascano alcune. Torneremo dunque più tardi.


Il sentiero passa sia sulle spiagge, sia nella giungla. Ci fermiamo qua e la per qualche pausetta ogni tanto. Quando arriviamo a Playa Grande, c'era un branco di scimmie cappuccine impegnate nel rompere una noce di cocco. Una di loro, sbatteva con due mani la noce di cocco contro l'albero. Quando, senza riuscirci, abbandona. Un'altra la sostituisce.


Proprio li accanto, troviamo i resti di un nido di tartaruga. probabilmente le uova si erano schiuse la notte o il giorno prima.


Approfittiamo della spaziosa spiaggia per giocare a frisbee, fare la guerra di sabbia, lottare contro le onde, abbronzarci al sole e sonnecchiare all'ombra delle palme.


Il tempo passa, dobbiamo tornare. Non vogliamo perderci l'eventuale nascita delle tartarughe.


Ci mettiamo sulla via del ritorno siamo in ritardo, dobbiamo muoverci.


Arriviamo al centro di conservazione, c'è un sacco di gente! Per fortuna, ancora nessuna tartaruga era nata. Sarebbe stato stupido perdersi un'opportunità del genere perché dormivamo in spiaggia.

Attendiamo tra la folla al di fuori del recinto che protegge i nidi. Una volontaria si fa avanti e spiega a tutti la situazione. Dice che in pochi minuti potrebbero iniziare a sbucare delle tartarughine da sotto la sabbia. Così tutti si appiccicano alla ramina intorno ai nidi in attesa del grande evento

Ed ecco che qualcosa di muove. Una minuscola tartarughina fa capolino da sotto la sabbia. Poi una seconda. Poi una terza. Piano piano diverse tartarughine spuntano fuori. Anche il nido era recintato, quindi le tartarughine non potevano andare da nessuna parte. Eppure, instancabili continuavano ad arrampicarsi su per la sabbia fin contro la rete. Poi alcune si ribaltavano e tornavano sul fondo del buco.


Tartarughina in spiaggia

Dopo alcuni minuti, le volontarie le prendono una ad una e le mettono in una cesta. Prendono la cesta, la portano fuori e le mostrano alla folla. Ci si poteva avvicinare, ma vigeva il divieto assoluto di toccarle. I volontari indossavano guanti in latex per non lasciare il proprio odore sulla tartarughina. Dopo qualche minuto le portano sulla spiaggia ad una decina di metri dal mare. I turisti, accalcati l'uno sull'altro per accaparrarsi il miglior posto per una foto, formano un corridoio umano fino all'acqua.

Si comincia, una tartarughina alla volta vengono messe delicatamente a terra. Subito ci danno dentro e partono a tutto gas verso il mare. A "tutto gas", sono pur sempre tartarughe. Prima le più forti, poi le meno forti, arrivano tutte sul bagnasciuga, dove vengono letteralmente travolte dalle onde.


Finito lo spettacolo, la folla si disperde.


Noi restiamo per un bagno e per goderci il tramonto. Il cielo è uno spettacolo.


Ci stiamo preparando per andarcene quando Joseph, un ragazzo costaricano partito alla scoperta del suo paese ci chiama. Ci chiede se vogliamo vedere delle tartarughe nate da poco.


Non c'era più nessuno sulla spiaggia, solo noi e Joseph, che era incaricato di tenere d'occhio i nidi delle tartarughe. Poco prima, quando c'era la folla, solo poche tartarughine erano nate. In effetti, un solo nido può contenere fino a 100 uova e durante il tramonto avevano continuato a nascere.


Non essendoci più nessuno, ci fa entrare nel recinto per vederle da vicino. Poi ci dice di prendere un guanto a testa e metterle nella cesta... e non era ancora finita.


Abbiamo portato la cesta in spiaggia e uno ad uno abbiamo preso una tartarughina e l'abbiamo rilasciata sulla spiaggia.


Eravamo solo noi. Solo noi, Joseph e le tartarughine.


Una volta sicuri che tutte fossero entrate in acqua, ci siamo avviati verso il paese.


Siamo andati a fare cena alla soda Balcon en el Mar, ai margini del paesino.



 

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