Martedì 5 febbraio 2019.
Davanti a noi abbiamo una giornata di trasferta, l'obiettivo di oggi è passare dalla costa pacifica della Costa Rica a quella caraibica. L'unico modo per farlo è tornare tutto su a nord fino a quasi San José per poi attraversare il paese fino a Limón.
Ci mettiamo in strada, ma prima di lasciare Uvita vogliamo andare a vedere una delle spiagge della zona. Sbagliamo strada e alla fine per non perdere altro tempo, lasciamo perdere. Quindi ci dirigiamo verso nord sulla strada principale, si viaggia circa tra i 60 e gli 80km/h. La strada è asfaltata, in ottime condizioni ed è normalmente poco trafficata, quando si trova colonna è per via di cantieri stradali o incidenti.
Risaliamo lungo il paese dall'entroterra. La strada si inerpica tra le montagne snodandosi in mezzo alla giungla.
Facciamo uno stop a San Isidro de El General, una cittadina di circa 50mila abitanti a 700 metri di altitudine. Ne approfittiamo per fare la spesa e cercare il tape o una cavigliera per la caviglia di Luca, la quale è sempre gonfia, blu e dolorante.
Ci fermiamo ad un ospedale, ma ci rimandano ad un negozio ortopedico specializzato dall'altra parte della città. Andiamo vedere e finalmente troviamo delle cavigliere, peccato però che non c'è la taglia di Luca. Niente cavigliera, allora abbiamo bisogno del tape. Il nostro è ormai finito.
Al negozio ortopedico non ne hanno, ma ci consigliano di provare ad una farmacia poco distante. Così facciamo ed il farmacista, particolarmente gentile, inizialmente ci dice che di solito ne ha, ma in quel momento aveva finito le scorte. Poi ci dice di aspettare un po' che sarebbe andato all'ospedale accanto a prenderne un paio di rotoli. Dunque parte, lascia la farmacia e dopo 10 minuti torna con due rotoli di tape. Finalmente! Abbiamo girato tutta la Costa Rica per trovarlo!
Contenti continuiamo la nostra trasferta. La strada sale e sale sempre di più. Si sale fino a 3'400 metri dove la scarsa densità di ossigeno nell'aria rende i colori della giungla e del cielo molto più accesi del solito. Mentre saliamo ci imbattiamo i fitti banchi di nebbia che si spostano molto velocemente. Arriviamo nel punto più alto, al Cerro de la Muerte.
Decidiamo di abbandonare la strada principale per fare una breve pausa a San Gerardo de Dota, un piccolo paesino nel cuore del parco nazionale Los Quetzales. Quindi ci addentriamo in una stradina sterrata disumanamente ripida che scende per qualche chilometro. È stretta, piena di buche e davvero troppo ripida. Si ha l'impressione di scendere quasi in verticale.
Mentre scendevamo, dubbiosi di riuscire a tornare su al ritorno, dietro una curva sbuca un camion. Non riusciamo a spiegarci come abbia fatto per salire da quella stradina. Se ce l'ha fatta lui, ce la faremo anche noi.
Arriviamo giù in fondo in un stretta valle. Ci fermiamo al bordo del fiumiciattolo a sgranocchiare qualcosa. Il paesaggio è da cartolina e non sembra per niente Costa Rica, anzi è il tipico paesaggio alpino in Svizzera. È surreale.
Quella zona è famosa per i Quetzales, coloratissimi uccelli di cui noi non ne abbiamo visto neanche l'ombra.
Fine della pausa, è ora di tornare su. Chissà se ce la faremo. Facciamo quasi tutta la strada in prima marcia, ogni tanto si riusciva a mettere la seconda, ma poi si doveva sempre rallentare per via delle curve cieche.
Ce la facciamo e torniamo sulla strada principale. Continuiamo per diversi chilometri. Scendiamo, scendiamo e scendiamo. Da 3'400 metri, tra mille curve, arriviamo al livello del mare.
Avvicinandoci a Limón, la prima località sulla costa caraibica, veniamo circondati da centinaia, se non migliaia di camion. Più avanziamo più camion ci sono a destra e sinistra. Ovunque guardiamo ci sono montagne di containers stipati l'uno sull'altro spesso fino a 5-6 piani. Lungo la strada, per chilometri, ci sono migliaia di camion e di container. I camion in Costa Rica non assomigliano per niente ai camion che siamo abituati in Europa.
Sono in stile americano, giganteschi, con il muso sporgente e, soprattutto alcuni, molto rumorosi. Sono tutti container refrigerati, ciò indica che trasportano merci deperibili, molto probabilmente frutta. La maggior parte dei container porta il logo Chiquita. Limón è una località portuale da dove partono le navi cargo dirette in tutto il mondo. È il porto principale della Costa Rica.
Come passiamo Limón, i camion spariscono, si torna a circolare normalmente. Ora siamo sulla costa caraibica e stiamo viaggiando in direzione sud.
Una quarantina di chilometri dopo arriviamo a Cahuita, un paesino sulla costa, nei pressi di una riserva naturale. Era ormai già tardi. Tutto in paese era spento e non c'era anima viva in giro. Lonely Planet ci consigliava di alloggiare al Riverside Cabinas, ma al nostro arrivo non c'era nessuno e nessun modo per contattarli. Quindi ci siamo messi a girovagare per il paesino in cerca di un posto dove dormire. Se non avessimo trovato niente, l'alternativa era dormire in macchina.
Fortunatamente troviamo Cabinas Calipso, aperto 24 ore su 24, che aveva addirittura camere libere. John, il ragazzo che ci accoglie, ci offre una stanza con tre letti, molto semplice, molto economica, ma era tutto ciò di cui avevamo bisogno. L'unica pecca era che le zanzariere avevano qualche buco qua e la, quindi la mattina seguente ci siamo svegliati con un paio di punture (soprattutto Olivia).
Dopo una giornata in macchina e tanti chilometri, possiamo finalmente metterci comodi.
Domani visiteremo il parco nazional di Cahuita.
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